In questa pagina mettiamo a disposizione un modello ricorso per riconoscimento di lavoro subordinato che può essere scaricato e compilato inserendo i dati richiesti in modo semplice e veloce.
Indice
Ricorso per Riconoscimento Lavoro Subordinato
La corretta qualificazione del rapporto fra un prestatore e un’impresa rappresenta un aspetto fondamentale, poiché da essa discendono i diversi diritti e obblighi che caratterizzano il lavoro subordinato, in contrapposizione a quello autonomo. Il fulcro del discrimine si identifica nella “subordinazione”, che implica la presenza di un potere organizzativo, direttivo e disciplinare in capo al datore di lavoro, nonché l’inserimento del lavoratore all’interno dell’organizzazione aziendale. In altri termini, il dipendente mette a disposizione dell’impresa le proprie energie lavorative, operando in un regime di continua direzione e controllo, al contrario di chi svolge attività in forma autonoma, organizzando in modo indipendente la propria prestazione e assumendone il rischio economico.
La prova effettiva della subordinazione non si limita alla natura dell’attività resa, ma dipende in misura determinante dalle modalità concrete dello svolgimento. La Corte di Cassazione ha, in diverse occasioni, indicato che un certo tipo di mansione può essere realizzato tanto in regime di autonomia quanto in regime di subordinazione: il vero discriminante risiede nel modo in cui l’attività viene organizzata e diretta. Indici sussidiari, quali la continuità temporale della prestazione, l’assenza di un proprio rischio imprenditoriale, il vincolo a un determinato orario e la retribuzione fissa possono suggerire l’esistenza di un rapporto subordinato, ma il fattore decisivo resta la presenza di un potere direttivo e disciplinare in capo al datore di lavoro, unitamente all’etero-organizzazione dell’attività. Tali criteri si presentano come “presunzioni” di subordinazione, utili a confermarla quando il quadro complessivo li integra senza contraddizioni.
La giurisprudenza ha poi affrontato il caso delle collaborazioni qualificate formalmente come autonome o di agenzia, ma in cui, nella realtà, risulti evidente la soggezione personale del prestatore. L’articolo 2094 del codice civile, interpretato sistematicamente, sottolinea come elemento essenziale del lavoro subordinato la “soggezione” del lavoratore alle decisioni dell’impresa, che si estrinseca non solo nel risultato della prestazione, ma nelle modalità di esecuzione e nella direzione continua e specifica impartita dal datore di lavoro. Anche se formalmente si invoca un contratto di agenzia, o una collaborazione professionale, la Corte di Cassazione (tra cui la sentenza n. 448/2018) sottolinea che, laddove il lavoratore non assuma rischio imprenditoriale, non scelga liberamente tempi e modi dell’attività e non disponga di un’organizzazione produttiva autonoma, si possa configurare un vincolo di subordinazione.
Un altro concetto di grande rilevanza, ribadito dalla stessa Corte, è che il nome formale del contratto (il cosiddetto “nomen iuris”) non vincola il giudice: se le parti l’hanno qualificato come “collaborazione autonoma”, ma i fatti rivelano un’assidua etero-direzione e un inserimento nel ciclo produttivo aziendale, prevarrà la sostanza sui termini formali. Tuttavia, la Cassazione (sentenza n. 25711/2018) ha anche affermato che la dicitura contrattuale non è irrilevante: costituisce, piuttosto, un elemento di analisi complementare, da valutare insieme alle condizioni reali di esecuzione dell’attività.
Qualora il lavoratore ritenga di essere, di fatto, subordinato, ma formalmente classificato come autonomo o in un’altra forma contrattuale “atipica”, può tutelare i propri diritti chiedendo al giudice di riconoscere ex post la natura subordinata della prestazione. In un’azione rivolta al pagamento delle differenze retributive o alle garanzie tipiche del lavoro dipendente, incombe su di lui l’onere di provare gli aspetti concreti che attestino l’etero-direzione del datore di lavoro e il potere disciplinare. L’ordinanza n. 18943/2021 della Corte di Cassazione ribadisce infatti che “chi chiede il pagamento di crediti retributivi è tenuto a provare la natura subordinata del rapporto”. Ciò richiede di documentare l’effettiva soggezione al potere organizzativo, l’integrazione stabile nell’azienda e l’assenza di autonomia decisionale e organizzativa tipiche di un prestatore autonomo.
Se il lavoratore fornisce una dimostrazione convincente di tali elementi, il giudice può dichiarare sussistente il rapporto di lavoro subordinato fin dall’origine o da un certo periodo in avanti, con la conseguente condanna del datore di lavoro a riconoscere tutte le tutele contrattuali o di legge che sarebbero spettate al lavoratore (retribuzioni aggiuntive, ferie, TFR, contributi previdenziali, ecc.). Questa ricostruzione di un rapporto “nascosto” di subordinazione permette, dunque, di recuperare i diritti indebitamente pretermessi.
Esempio di Ricorso per Riconoscimento di Lavoro Subordinato
In questa sezione viene mostrato un esempio di ricorso per riconoscimento di lavoro subordinato.
Si tratta di un esempio utile per chi ha la necessità di produrre un documento di questo tipo, visto che basta adattarlo per le proprie esigenze.
Luogo e data
Ricorso ai sensi dell’art. 414 cod. proc. Civ.
Per
….., c.f. ….. elettivamente domiciliato/a in ….., via ….., presso lo studio dell’avv. ….., c.f. ….. che l’assiste e rappresenta in forza di procura a margine del (ovvero: in calce al) presente atto
parte ricorrente
contro
….., (eventuale: in persona del legale rappresentante pro tempore) domiciliato/a (ovvero: con sede) in ….., via …..
parte convenuta
premesso
1) che il/la ricorrente ….., ha prestato servizio dal ….. al ….., alle dipendenze di ….. in qualità di …..;
2) che il/la ricorrente ha svolto le seguenti mansioni: ….. e, come tale, anche considerata l’anzianità di lavoro, doveva essere inquadrato/a nella ….. categoria, come previsto dalla contrattazione collettiva nazionale di lavoro del settore;
3) che l’attività del/della ricorrente è stata di carattere esclusivamente personale e si è svolta nel modo seguente: …..;
4) che le direttive venivano impartite al/alla ricorrente da …..;
5) che al/alla ricorrente veniva corrisposta una retribuzione mensile (eventuale: oraria, settimanale) di € …..;
6) che il/la ricorrente era tenuta all’osservanza del seguente orario di lavoro: …..;
7) che il lavoro si svolgeva nei locali e con l’arredo messi a disposizione del lavoratore da parte del/la convenuto/a;
8) che il/la ricorrente doveva giustificare eventuali assenze o ritardi;
9) che la retribuzione corrisposta non era proporzionata alla qualità ed alla quantità del lavoro svolto, per cui il/la ricorrente si riserva di agire, attraverso autonomo giudizio, per la quantificazione e relativa rivendicazione, delle somme spettanti; inoltre non risulta regolare la sua posizione assistenziale e previdenziale;
10) che il/la ricorrente, durante tutto il periodo di lavoro, non ha svolto altre attività lavorative;
11) che il rapporto, così come si è sviluppato in concreto, ha assunto le caratteristiche del rapporto di lavoro subordinato ai sensi dell’art. 2094 cod. civ. sussistendo gli indici rivelatori della subordinazione individuati dalla giurisprudenza di legittimità, quali la sottoposizione del lavoratore al potere gerarchico e direttivo del datore di lavoro, l’osservanza di un orario di lavoro costante, la corresponsione della retribuzione a scadenze prestabilite, l’obbligo di giustificare assenze o ritardi, l’assenza di una struttura imprenditoriale in capo al lavoratore;
12) che la giurisprudenza di legittimità ha più volte ribadito come, ai fini della qualificazione del rapporto di lavoro come autonomo o subordinato, le modalità effettive di svolgimento del rapporto prevalgono rispetto al nomen iuris dato dalle parti al rapporto di lavoro;
13) che, anche a prescindere dai diritti soggettivi dedotti dalla parte ricorrente nel presente giudizio, l’art. 9-bis, comma 2, D.Lgs. 19 dicembre 2002, n. 297, come sostituito dall’art. 1, comma 1180, D.Lgs. 27 dicembre 2006, n. 276, dispone che con decorrenza dal 1° gennaio 2007, in caso di instaurazione del rapporto di lavoro subordinato, i datori di lavoro sono tenuti a darne comunicazione al Servizio per l’impiego nel cui ambito territoriale è ubicata la sede di lavoro entro le ore 24 del giorno antecedente a quello di instaurazione dei relativi rapporti, mediante documentazione avente data certa di trasmissione;
14) che l’art. 36-bis, comma 7, D.L. 4 luglio 2006, n. 223, ha sostituito l’art. 3, comma 3, D.L. 22 febbraio 2002, n. 12, con il seguente: «Ferma restando l’applicazione delle sanzioni già previste dalla normativa in vigore, l’impiego di lavoratori non risultanti dalle scritture o da altra documentazione obbligatoria è altresì punito con la sanzione amministrativa da € 1.500 a € 12.000 per ciascun lavoratore, maggiorata di € 150 per ciascuna giornata di lavoro effettivo. L’importo delle sanzioni civili connesse all’omesso versamento dei contributi e premi riferiti a ciascun lavoratore di cui al periodo precedente non può essere inferiore a € 3.000, indipendentemente dalla durata della prestazione lavorativa accertata»; le sanzioni sono applicabili anche in caso di rapporto tardivamente denunciato, per il periodo di effettivo lavoro nero (Nota Min. Lav. 22 marzo 2007, prot. 3784);
tutto ciò ritenuto e premesso, a mezzo dell’esponente difesa,
ricorre
all’Ecc.mo Tribunale perché, previa fissazione dell’udienza di discussione ed emanazione dei provvedimenti di cui all’art. 415 cod. proc. civ., voglia accogliere le seguenti conclusioni Piaccia all’Ecc.mo Tribunale, ogni contraria istanza disattesa ed eccezione reietta, accogliere il presente ricorso e, conseguentemente, accertare che tra ….. e ….., è intercorso rapporto di lavoro subordinato dal ….. (eventuale: al …..). Vittoria di spese, competenze ed onorari, oltre IVA e CPA, (eventuale: da distrarre in favore dell’avv. ….. antistatario) e sentenza provvisoriamente esecutiva.
Si chiede l’ammissione di interrogatorio formale della controparte e prova testimoniale sui capitoli ….. del seguente atto: ….., oltre alla prova testimoniale contraria a quella formulata dalla parte avversa, nei limiti in cui essa verrà ammessa.
Si indicano a testimoni: ……
Si formulano le seguenti ulteriori istanze istruttorie: ……
Si producono i seguenti documenti: ……
L’esponente difesa dichiara di voler ricevere le comunicazioni delle sentenze, delle ordinanze e degli altri provvedimenti di cui all’art. 176 cod. proc. civ. al numero di fax…, ovvero al seguente indirizzo di posta elettronica certificata: …..
Si dichiara che il valore del procedimento, determinato ai sensi degli artt. 10 segg. cod. proc. civ., è di €….. (eventuale: e che è esente dal pagamento del contributo unificato di iscrizione a ruolo in quanto parte ricorrente è titolare di un reddito imponibile ai fini dell’imposta personale sul reddito inferiore a tre volte l’importo previsto dall’art. 76 D.P.R. 30 maggio 2002, n. 115).
Avv.
Modulo Ricorso per Riconoscimento di Lavoro Subordinato da Scaricare
Di seguito si trova il modello ricorso per riconoscimento di lavoro subordinato editabile da scaricare sul proprio computer.
Una volta che il documento è stato scaricato, bisogna aprirlo con un programma che supporta i file in formato Word e compilarlo inserendo quelli che sono i dati richiesti.
Il fac simile ricorso per riconoscimento di lavoro subordinato compilato potrà poi essere stampato o inviato direttamente, a seconda di quelle che sono le proprie esigenze.