In questa pagina mettiamo a disposizione un modello accordo incentivo all’esodo che può essere scaricato e compilato inserendo i dati richiesti in modo semplice e veloce.
Indice
Accordo Incentivo all’Esodo
L’incentivo all’esodo consiste in un accordo tra azienda e lavoratore volto a porre fine al rapporto di lavoro in modo consensuale, accompagnato dall’erogazione di una somma di denaro aggiuntiva rispetto alle ordinarie competenze di fine rapporto. Questo strumento si rivela utile quando l’impresa intende riorganizzare le proprie risorse o ridimensionare il personale, ma preferisce evitare il rischio di conflitti e contenziosi propri di un licenziamento unilaterale. Dal punto di vista del lavoratore, l’incentivo può rappresentare una garanzia in più al momento della fuoriuscita, sebbene nessuna somma di denaro possa realmente compensare la perdita di un posto di lavoro.
Per essere valido, l’incentivo all’esodo non deve ridursi a un semplice pagamento al termine del rapporto, ma deve risultare da una manifestazione di volontà congiunta, maturata attraverso un confronto trasparente. In molti casi si raggiunge l’accordo tramite trattative sindacali, spesso quando l’azienda è in fase di ristrutturazione e intende concordare con le parti sociali dei percorsi di uscita meno traumatici per i dipendenti. Altre volte si tratta di un’intesa individuale, frutto di negoziazioni private tra singolo lavoratore e datore di lavoro. Qualunque sia la modalità prescelta, è essenziale che le parti abbiano la massima chiarezza sui termini dell’intesa e che il consenso del dipendente sia davvero libero, senza condizionamenti o forzature.
Non esiste un quadro normativo che stabilisca quale debba essere l’importo congruo per concludere il rapporto in via consensuale. I margini di manovra dipendono in parte da quanto l’azienda intende investire per incentivare le uscite e, contemporaneamente, dalla forza negoziale che il lavoratore riesce a esercitare. Tale forza negoziale si misura spesso valutando l’interesse dell’impresa a non incorrere in possibili controversie giudiziarie, a non compromettere l’immagine aziendale o a evitare qualsiasi rigidità organizzativa che potrebbe derivare dal mantenimento di alcuni profili professionali. Quando i motivi che spingono la società a proporre l’accordo sono fondati, il lavoratore può cercare di massimizzare la buonuscita sfruttando questo margine di contrattazione, rimanendo tuttavia entro i limiti della legge e degli accordi collettivi.
Sotto il profilo fiscale e previdenziale, la legislazione riserva un trattamento particolare all’incentivo all’esodo. In ambito contributivo, la somma aggiuntiva non è soggetta al versamento di contributi INPS, il che significa che non determina un aumento degli oneri a carico dell’azienda e non incrementa la posizione contributiva del lavoratore. Per quanto riguarda la tassazione, si applica il regime della tassazione separata; ciò vuol dire che l’imposta viene calcolata in base all’aliquota media dei cinque anni precedenti alla cessazione del rapporto di lavoro, invece di utilizzare l’aliquota dell’anno in cui il lavoratore percepisce l’incentivo. Questo sistema evita che un’entrata straordinaria, concentrata in un solo esercizio, generi una tassazione eccessivamente elevata rispetto al reddito ordinario.
La corretta definizione dell’accordo e la sicurezza delle parti possono essere migliorate con il ricorso alle sedi protette, come gli enti bilaterali o le commissioni di conciliazione in sede sindacale o amministrativa. In questi casi il lavoratore, assistito da un rappresentante sindacale o da un professionista, può valutare con maggiore serenità la congruità dell’incentivo e le eventuali clausole aggiuntive, evitando di incorrere in situazioni di squilibrio o di rinunciare inconsapevolmente a diritti fondamentali. L’insieme di questi elementi rende l’incentivo all’esodo una soluzione di compromesso che, se adeguatamente bilanciata, risponde sia alle esigenze aziendali di ristrutturazione sia a quelle del dipendente, che può affrontare la cessazione del rapporto in condizioni più tutelate.
Esempio di Accordo Incentivo all’Esodo
In questa sezione viene mostrato un esempio di accordo incentivo all’esodo.
Si tratta di un esempio utile per chi ha la necessità di produrre un documento di questo tipo, visto che basta adattarlo per le proprie esigenze.
Il giorno ……………….. tra il Signor ……………….. dipendente della ditta ……………….. e il Signor ……………….. nella sua qualità di legale rappresentante della medesima ditta ……………….. si è convenuto quanto segue:
1) la Direzione aziendale prende atto delle dimissioni presentate dal Signor ……………….. in data ……………….., pertanto il rapporto di lavoro si intende di comune accordo risolto ad ogni effetto di legge e di contratto in data ………………..;
2) insieme alle normali competenze spettanti la ditta ……………….. corrisponderà al Signor ……………….. una somma pari a € …………..(………………..) a titolo di incentivo all’esodo. Detta somma viene corrisposta al fine di risolvere il rapporto di lavoro anticipatamente e conseguentemente superare il regime di stabilità del rapporto di lavoro previsto dalle norme vigenti;
3) l’importo citato al precedente punto 2) viene erogato ai sensi dell’art. 4, comma 2-bis, legge 26.7.1988 n. 291 e della deliberazione INPS n. 621 del 15.6.1990 e deve essere considerato esente dai contributi di previdenza e assistenza sociale e al lordo delle ritenute fiscali.
Letto, approvato e sottoscritto.
Luogo e data ………………..
Il lavoratore
Il legale rappresentante
Modulo Accordo Incentivo all’Esodo da Scaricare
Di seguito si trova il modello accordo incentivo all’esodo editabile da scaricare sul proprio computer.
Una volta che il documento è stato scaricato, bisogna aprirlo con un programma che supporta i file in formato Word e compilarlo inserendo quelli che sono i dati richiesti.
Il fac simile accordo incentivo all’esodo compilato potrà poi essere stampato o inviato direttamente, a seconda di quelle che sono le proprie esigenze.