In questa pagina mettiamo a disposizione un modello patto di stabilità lavoro che può essere scaricato e compilato inserendo i dati richiesti in modo semplice e veloce.
Indice
Patto di Stabilità Lavoro
Nel diritto del lavoro l’espressione “patto di stabilità” individua un accordo scritto tra datore di lavoro e dipendente con cui quest’ultimo si impegna a non dimettersi prima di una certa data, mentre il datore di lavoro, in cambio, eroga un corrispettivo economico o mette a disposizione un percorso formativo di particolare valore. Si tratta di un patto a prestazioni corrispettive che trova il proprio fondamento nell’autonomia negoziale delle parti: il dipendente sacrifica temporaneamente la libertà di recesso prevista dall’articolo 2118 del codice civile, ricevendo però un vantaggio aggiuntivo che rende equilibrato l’impegno assunto. Quando il corrispettivo consiste in attività formative finanziate dall’azienda al di fuori degli obblighi contrattuali o di legge – quindi al di là dei corsi obbligatori sulla sicurezza o delle iniziative promosse dai fondi interprofessionali – il datore di lavoro può legittimamente pretendere che quell’investimento venga ammortizzato attraverso la permanenza del lavoratore per un periodo congruo o, in caso di recesso anticipato, mediante il rimborso dei costi sostenuti. La Corte di cassazione, con la sentenza 21646 del 26 ottobre 2016, ha riconosciuto espressamente la validità di queste clausole, affermando che il lavoratore, così come dispone liberamente del proprio diritto di dimettersi, può parimenti accordarsi su una durata minima del rapporto a fronte di un interesse meritevole di tutela, con la sola eccezione dell’ipotesi di giusta causa prevista dall’articolo 2119.
Perché il patto sia efficace, la giurisprudenza richiede alcuni presupposti sostanziali e formali. Innanzitutto il rapporto deve essere a tempo indeterminato, giacché sarebbe illogico apporre un vincolo di stabilità a un contratto già dotato di una scadenza finale. In secondo luogo occorre che il beneficio per il dipendente sia concreto, misurabile e proporzionato all’obbligo assunto: la semplice previsione di un generico “vantaggio” non basta, mentre è ritenuto idoneo un piano formativo specialistico, un bonus economico apposito o una combinazione delle due cose. Il testo dell’accordo deve indicare le ragioni che giustificano l’impegno di permanenza, specificare la data entro la quale le parti si obbligano a non recedere e quantificare la penale o il rimborso dovuto se il lavoratore interrompe il rapporto senza giusta causa prima di quel termine. Il risarcimento può essere ancorato al costo documentato della formazione e, nella prassi più evoluta, è spesso graduato in misura decrescente via via che il periodo di stabilità si avvicina alla scadenza, così da evitare sproporzioni.
Sul versante datoriale il vincolo funziona in due modi possibili. Nella forma simmetrica impegna anche l’azienda a non licenziare se non per giusta causa o giustificato motivo, tutelando in egual misura entrambe le parti. Nella versione unilaterale blocca il solo potere di recesso del dipendente, ma in tal caso dev’essere sorretto da un investimento aziendale tangibile che renda l’obbligo del lavoratore giustificato e non vessatorio. Il datore di lavoro che intenda far valere il patto in giudizio dovrà dimostrare sia l’effettività delle spese sostenute sia la sottoscrizione consapevole del lavoratore; per questo è buona regola allegare al contratto i programmi didattici, le fatture dei corsi e ogni documentazione che provi la correlazione tra investimento formativo e durata minima richiesta.
L’accordo, se correttamente impostato, produce un duplice effetto positivo: consente all’impresa di pianificare il rientro delle spese formative e offre al lavoratore l’opportunità di accedere a qualificazioni professionali di alto profilo che, senza il sostegno aziendale, avrebbero un costo proibitivo. Al tempo stesso preserva la libertà individuale di dimissioni in presenza di giusta causa, impedendo che la clausola diventi uno strumento di coercizione. In conclusione, il patto di stabilità rappresenta un meccanismo di equilibrio tra l’esigenza del datore di lavoro di fidelizzare competenze su cui ha investito e il diritto del dipendente a valorizzare la propria formazione, purché le condizioni economiche e temporali del vincolo siano determinate con precisione e proporzionalità.
Esempio Patto di Stabilità Lavoro
In questa sezione viene mostrato un esempio di patto di stabilità lavoro.
Si tratta di un esempio utile per chi ha la necessità di produrre un documento di questo tipo, visto che basta adattarlo per le proprie esigenze.
Oggetto: Patto di stabilità
Con riferimento al contratto sottoscritto in data….., tenuto conto della posizione dirigenziale che Lei riveste in azienda e la volontà di garantire la stabilità del rapporto di lavoro si conviene e si stipula quanto segue:
– la Società…………… e il signor………… si impegnano reciprocamente a non recedere dal rapporto di lavoro, salva giusta causa ai sensi dell’art. 2119 cod. civ, prima della scadenza del termine di … anni / mesi a decorrere dalla data di sottoscrizione del presente patto.
-In caso di inadempimento rispetto a quanto qui convenuto ossia in caso di recesso anticipato senza giusta causa nel predetto termine di …. anni / mesi, la parte inadempiente sarà tenuta a corrispondere in favore dell’altra parte una penale pari ad Euro ………, la quale sarà da pagarsi in misura ridotta in ragione del momento nel quale interviene l’inadempimento.
Il datore di lavoro
Fac Simile Patto di Stabilità Lavoro Word da Scaricare
Di seguito si trova il modello patto di stabilità lavoro editabile da scaricare sul proprio computer.
Una volta che il documento è stato scaricato, bisogna aprirlo con un programma che supporta i file in formato Word e compilarlo inserendo quelli che sono i dati richiesti.
Il fac simile patto di stabilità lavoro compilato potrà poi essere stampato o inviato direttamente, a seconda di quelle che sono le proprie esigenze.